Boom di nascite e boom di prezzi

don Domenico Vitulli, parroco a S. Tommaso d’Aquino – 22 Febbraio 2023

Alle 17.28 del 9 novembre del 1965 su New York e il nord est degli USA, seguiti a ruota dagli stati del sud del Canada, calò l’oscurità. Lo stato di New York fu il primo, successivamente furono colpiti anche il Massachusetts, il Connecticut, Rhode Island, il Vermont, il Maine, il New Hampshire e due province canadesi. Era il primo blackout su vasta scala della storia.

La cosa era così nuova e sconcertante che persino i ladri si astennero dal rubare: ci fu infatti in quelle ore un calo dei reati. Si sparsero addirittura voci di extraterrestri per alcune luci inaspettate nei cieli. Erano tempi in cui cinema e televisione avevano invaso la vita di ogni americano ed improvvisamente non funzionavano. Le cause dell’interruzione di corrente non si sono mai chiarite ma, sebbene mai ufficialmente confermato, sembra che 9 mesi più tardi – intorno all’agosto del 1966 – vi fu un netto incremento delle nascite. Sappiamo quindi ora che, lungi dal deprimersi o spaventarsi, il blackout spinse cittadini onesti e no a tirare fuori le candele e ad approfittare di un’atmosfera diventata improvvisamente romantica. Non ci potette essere alcuna musica di sottofondo, ma bastarono il buio e la noia. Robert Wagner, all’epoca sindaco di New York, definì il blackout «la più bella notte della città», e possiamo intuire il perché.

Ho ricordato questo lontano episodio di cronaca perché di recente, proprio in questo inverno del 2022-2023, il governo italiano sembra seriamente preoccupato della denatalità: nascono pochi bambini e siamo al secondo posto come nazione con maggior numero di persone anziane (il primo è il Giappone): non ce ne abbiano gli anziani, è che siamo preoccupati della vecchia fama dell’Italia come “paese dell’amore”. Siamo diventati il paese dell’amore platonico. E non sono solo gli italiani a non fare figli, ma anche i migranti stabilitisi in Italia, appena arrivano, sembrano perdere la voglia di metterne al mondo: il fatto non è lusinghiero.

C’è chi invoca maggiori permessi parentali, chi propone la tassazione familiare e chi spinge per maggiori incentivi; si escludono a priori invece un minor precariato lavorativo e un più facile di accesso al credito, o maggiori fondi alla politica sociale, tutte soluzioni ritenute “demagogiche”. Io una soluzione ce l’avevo, ma penso che lo stato italiano mi abbia già preceduto.

È un colpo di genio riuscire a mettere d’accordo industriali e famiglie, stato e cittadini, sviluppando inoltre il made in Italy e recuperando tradizioni e immagine internazionale, ma eccolo: fare come a New York nel 1965! Tutti al buio per un po’!

Certo non siamo più nel 1965 e dalla elettricità dipendono ormai troppe cose: computer e telefonini fuori uso bloccherebbero persino le attività più vitali negli ospedali. E allora? Allora il blackout lo facciamo realizzare dagli stessi cittadini, a piccole dosi: aumentiamo i prezzi dell’elettricità, così che ne possano usare meno; aumentiamo il prezzo del gas, in modo che debbano ricorrere ad altri mezzi per riscaldarsi. Il blackout sarà personalizzato, liberamente scelto per risparmiare. Gli industriali cercano soldi e noi permettiamo loro di speculare sul prezzo delle fonti energetiche senza problemi. Le famiglie desiderano risparmiare e sentirsi unite nell’amore, e noi gliene diamo l’occasione. Lo stato vuole l’incremento della natalità e noi creiamo l’opportunità. Tutti contenti. Il buio e il freddo degli appartamenti sono i nuovi mezzi per un po’ di romanticismo, senza inoltre la distrazione dei social. Torneremo ad essere il paese dell’amore. Si mangerà a lume di candela senza mettere su Facebook la foto dei piatti; i ragazzi si conosceranno tra loro senza balletti su Tiktok e i fidanzati scopriranno che senza WhatsApp certe cose si dicono meglio. Spinti dalla mancanza di internet le coppie torneranno a guardarsi negli occhi e si ricorderanno dei loro primi momenti insieme, sentiranno di nuovo la prima attrazione; spinti dal freddo si riabbracceranno e ricorderanno quando i brividi che sentivano non erano di freddo. Il governo non dovrà fare leggi che potrebbero scontentare qualcuno e i bambini infine nasceranno, invertendo la tendenza statistica. I neogenitori saranno i primi a ringraziare il rigido inverno per aver fatto loro riscoprire emozioni sopite.

La mia è solo un’ipotesi, ma forse è per questo che non viene fermata l’ascesa dei prezzi. Non se ne parla sui giornali, nessuno vuole dirlo, secondo me per non togliere spontaneità alla situazione. I nostri governanti sono dei geni: tra vent’anni, come a New York nel 1965, festeggeremo l’inverno più bello che abbiamo avuto in Italia. Il boom delle nascite dal boom dei prezzi: è questo l’esperimento sociale. In fondo è l’unica risorsa che lo stato ci offre al momento per svecchiare l’Italia. E allora che dire? Speriamo che i prezzi aumentino e l’inverno continui rigido e piovoso… una nuova generazione ce ne sarà grata.

don Domenico Vitulli, Parroco a S. Tommaso d’Aquino

Articolo apparso su “AbitareA Roma” – 22 Febbraio 2023

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *